24 aprile 2024

E valichiamo i Pirenei

 

18 aprile 2024 - Al mattino vogliamo tornare sulla spianata della basilica di Lourdes; sono due gradi sotto lo zero.

Pasticciamo con il parcheggio e troviamo posto solo lontano dalla nostra mèta. Nei tentativi di raggiungere il centro incontriamo una coppia dei mezza età che ci chiede in italiano informazioni sul percorso.  

Il municipio di Saint-Pé-de-Bigorre


Ci parlano di un loro figlio in comunità e ci chiedono una preghiera per lui.  

Rimango sorpreso e constato che ormai quasi tutti si vergognano di avere una fede religiosa o la nascondono malamente mentre non si vergognano di sbandierare ideologie becere o nostalgiche. 

Li guardo e riguardo con tenerezza mentre scatto qualche fotografia di rito. 

Al momento di ripartire da Lourdes decidiamo di valicare i Pirenei per cercare strade meno battute dal turismo di massa e paesaggi sconosciuti. 

La Cattedral de San Pedro a Jaca
Temo irrazionalmente la neve sul Colle di Portalet, di grande fama ciclistica, invece la giornata è splendidamente serena e attraversiamo paesaggi e paesi dimenticati e già spopolati. 

Il navigatore ha deciso diversamente e dopo averci portato al Col de Maria Blanque ci spedisce verso il tunnel del Col di Somport. 

Naturalmente la strada è molto più ampia e ci troviamo ad attraversare villaggi forse meno suggestivi, ma molto frequentati da autoarticolati condotti da prepotenti e spericolati camionisti ansiosi di raggiungere l’Aragona. 

Sbucati dal traforo finalmente in Spagna scendiamo e scopriamo la simpatica cittadina di Jaca, dal grande passato e poi vittima dimenticata del contrasto fra i regni di Aragona e di Castiglia, con la vittoria di quest’ultimo.

La Ciudadela de Jaca

La cattedrale di San Pedro è una della più importanti cattedrali romaniche di Spagna, purtroppo soffocata fra le case del centro storico. 

Poco distante la suggestiva cittadella (Ciudadela) ci ricorda la trascorsa importanza militare di questa città e infatti ancor’oggi una guarnigione militare è presente a Jaca. 

22 aprile 2024

Lourdes

 

Dopo una giornata di pioggia e tempo alternante sino alla grandine abbiamo deciso di fare tappa a Lourdes.

Non è un luogo che lascia indifferenti.

All’arrivo prevale lo sconcerto di vedere questa serie interminabile di negozi, negozietti e supermercati che vendono articoli religiosi, ciarpame e paccottiglia in una luminaria rutilante che mi ha ricordato una Las Vegas in piccolo che vive sulla fede e sul dolore di pellegrini.

Ma Lourdes va vista da un’altra parte.

Bisogna entrare nella spianata della basilica dal ponte sul fiume Ousse, o meglio ancora da uno dei cancelli che si aprono al grande prato che si stende sulla riva destra del fiume, di fronte alla basilica.

A quel punto camminare in mezzo a tanta fede e a tanta sofferenza lascia il segno anche all’ateo e all’agnostico. Il senso del pellegrinaggio, come alla Mecca, a Tinos, a Santiago de Compostela costringe a un viaggio introspettivo che supera la suggestione di quanto si vede con gli occhi, anche gli occhi più aridi, cinici e disincantati di questa nostra epoca.

18 aprile 2024

Dalla Camargue a Carcassonne

 

I miei buoni propositi confliggono con il consumismo; vorrei rimanere su strade statali a misura d’uomo ma poi finisco in autostrada per evitarmi la Costa Azzurra e le sue ville, il suo essere sempre commerciale, à la page e di tendenza.

La tour Carbonnière vicino ad Aigues Mortes

Se passassi con il vecchio camper da Cap Ferrat verrei guardato con un bel frullato di sospetto, sdegno e commiserazione. Non mi dispiacerebbe, ma sarebbe carburante sprecato. L’ultima volta che avevo tentato di fotografare un tramonto proprio là non ero stato ben visto dai servizi di vigilanza che sorvegliano con discrezione e ferrea protervia ogni metro quadro di quel luogo.

Così ancora una volta ho percorso l’autostrada fino alla mia Camargue.

Non che il consumismo qui non abbia tentato di attecchire, ma lo ha fatto in modo nostranotto; l’aumento dei prezzi si è accompagnato a un miglioramento dei servizi.

Carcassonne

Aigues Mortes è circondata da parcheggi a pagamento tanto quanto le mura;  le spianate di terra battuta sotto i bastioni sono un ricordo di tre/quattro decenni fa.

Dopo una tappa di assoluto riposo riprendiamo la strada e arriviamo a Carcassonne.

La Citè medioevale ha mantenuto tutto il suo fascino; purtroppo il tempo non ci è amico e pioviggina a tratti come sulle scogliere della Cornovaglia.

15 aprile 2024

E ripartiamo per il Portogallo

E’ stato un periodo critico e ponderoso; speravo di ripartire all’inizio di aprile ma poi anche il poco lavoro rimasto si è fatto pesante.

La mancanza di medici e la cervellotica gestione della sanità italiana contemporanea si riversa sui medici rimasti, anche pensionati, con una mole di lavoro inaspettata.

A onta di tutto abbiamo deciso di partire e questa volta si proverà un altro itinerario, più settentrionale.

Intanto le vecchie reminiscenze di geografia si sono arenate contro l’inesorabilità del navigatore satellitare, sempre alle ricerca di autostrade e di strade a scorrimento veloce.

Quando mi sono accorto della protervia navigatoria era ormai troppo tardi.

Avevo progettato di arrivare in Liguria attraverso il Colle di Nava e sono finito sul Passo del Turchino, qualche decina di chilometri a ponente.

Da oggi studierò meglio l’itinerario e cercherò di uscire quando possibile dall’autostrada.

Così abbiamo fatto ieri una volta raggiunta Ovada e abbiamo percorso lentamente la valle dello Stura invece di quella del Tanaro.

E così abbiamo conosciuto il borgo di Campo Ligure. Il luogo è incantevole e veniamo a sapere che si tratta di una delle capitali della lavorazione della filigrana d’argento.

Passato lo spartiacque appenninico siamo scesi al mare e ci siamo arenati i riva al torrente Maremola a Pietra Ligure.

Per me Liguria significa focaccia, fresca, fragrante di olio e mi ricorda le mattinate alla fine degli anni ‘70 del secolo scorso, quando cercavo di imparare la dialisi pediatrica guardando il mare dal mitico ospedale Gaslini.

Di primo mattino abbiamo conosciuto il panificio Tortarolo, il migliore del luogo e nel cuore dei carruggi di questa accattivante cittadina; fatta scorta di pane e soprattutto di focaccia dobbiamo ripartire.

Oggi dovremo passare rapidamente in Francia; la strada per il Portogallo è lunga.