Museo Veneto delle Campane
di Villa Fogazzaro-Colbachini di Montegalda (VI)

Museo inaugurato il 23 marzo 2002.

MUSEO VENETO DELLE CAMPANE
Villa Fogazzaro-Colbachini
Via A. Fogazzaro 3
36047 Montegalda (VI)
tel 0444 737526; Fax: 0444 735623
E-mail: [email protected]

Il Museo è aperto con i seguenti orari:
ORARIO ESTIVO
(da marzo a ottobre)

Pomeriggio
DAL MARTEDI’AL SABATO DALLE 15.00 ALLE 18.30

Mattina
GIOVEDI’ E VENERDI’ DALLE 9.00 ALLE 12.00


ORARIO INVERNALE
(da novembre a febbraio)

Pomeriggio
DAL MARTEDI’AL SABATO DALLE 13.30 ALLE 17.00

Mattina
GIOVEDI’ E VENERDI’ DALLE 9.00 ALLE 12.00


Per le comitive sono previste agevolazioni nel biglietto d’ingresso

La segreteria fornisce tutte le informazioni relative agli orari di apertura ( ordinari e straordinari)

VISITE GUIDATE: su prenotazione via Fax o e-mail sono possibili due tipi di visite guidate:
Visita guidata al museo
Percorso fogazzariano ( visita guidata al parco della villa con riferimenti letterari e naturalistici)

Come raggiungerci
Dall’uscita di Grisignano, sull’autostrada A4 Milano-Venezia, seguendo le indicazioni per Vicenza si procede dapprima verso sinistra fino allo stop, quindi a destra lungo la Strada Regionale n. 11 Padana Superiore. Percorsi circa 50 metri, si svolta a sinistra, in direzione dell’abitato di Montegalda, che si raggiunge dopo circa 4 Km. Lasciato il paese mantenendosi sulla strada principale, dopo circa un chilometro si imbocca la prima strada a destra (via Fogazzaro) che conduce all’ingresso del Museo.

Il Museo Veneto delle Campane Daciano Colbachini ha sede a Montegalda (Vicenza), presso il complesso architettonico della Villa Fogazzaro-Colbachini, di cui è visitabile anche il maestoso parco.

La villa, d’impianto seicentesco, ma rimaneggiata e ampliata nella prima metà dell’Ottocento dall’architetto e paesaggista A. Caregaro Negrin, appartenne alla famiglia dello scrittore Antonio Fogazzaro, che vi ambientò in parte il romanzo “Piccolo mondo moderno”. In anni recenti l’edificio è stato oggetto di un accurato restauro, come il parco che lo circonda, dove si mescolano i caratteri rigorosamente geometrici del giardino all’italiana, nell’area in piano antistante la Villa, con quelli più naturali tipici del giardino romantico-inglese, ben inserito nel dolce paesaggio collinare di Montegalda.

Il paese è situato a poca distanza dal Parco dei Colli Euganei e ancor più prossimo ai Colli Berici, da cui è separato dalla strada panoramica, nota come Riviera Berica, famosa per le antiche ville nobiliari, per il fascino paesaggistico e per i suoi itinerari enogastronomici che esaltano una produzione vinicola e olearia di buona qualità.

IL MUSEO VENETO DELLE CAMPANE presenta una collezione di esemplari storici, databili dall’anno Mille fino ai nostri giorni, completata da curiosità e da una fonderia statica che illustra il tradizionale metodo di lavorazione per la produzione delle campane.
L’esposizione rende testimonianza di uno strumento sonoro e musicale che è stato, per lungo tempo, elemento di aggregazione e di protezione delle comunità e conserva la memoria di un’arte antichissima, ormai in via di abbandono, ma che rappresenta uno dei primi esempi di attività imprenditoriale svolta in Italia.

Grazie alla collaborazione di appassionati e di cultori della materia, le sale del Museo ospitano esemplari che arricchirono chiese, templi e palazzi.
La data e le iscrizioni impresse sulle campane, il materiale con cui furono costruite, il luogo in cui furono ritrovate, i segni loro inferti dal tempo o da altri eventi sono tracce della nostra storia e delle sue trasformazioni sociali, politiche, religiose ed economiche.

All’inizio del percorso museale, nel suggestivo cortiletto, sono collocate le campane più grandi.
All’interno, su un’area di quattrocento metri quadrati, sono disposti su cinque sale oltre duecento pezzi la cui peculiarità risiede, oltre che nel vasto arco di tempo documentato, nella varietà delle provenienze.
Nella prima sala, denominata “Dalle campane cinesi all’età moderna”, si ammirano antiche campane cinesi dalla forma inconsueta e fregiate con ideogrammi augurali. Vi sono inoltre manufatti indiani, birmani, thailandesi e alcuni, splendidi, italiani, fra i quali campane di forma gotica risalenti all’XI secolo.
I fonditori veneti sono ben rappresentati nella seconda sala, in cui sono esposte campane e campanelle realizzate dalle fonderie De Maria di Vicenza, De Poli di Ceneda-Vittorio Veneto, Cavadini di Verona e soprattutto Colbachini, attivi prima a Bassano del Grappa e poi a Padova.
Tra gli esemplari di maggior pregio spicca un finissimo campanello da tavolo in bronzo dorato appartenuto a S.S. San Pio X. A documentare la versatilità d’uso della campana, sono raccolti nella terza sala alcuni pezzi, di provenienza europea, un tempo impiegati su navi, chiatte e battelli.
Nella quarta sala sono presentati esemplari destinati agli utilizzi più vari: campanelli che era uso far portare ai cavalli nelle nostre campagne, altri da slitta, da richiamo, da porta, campanacci per il bestiame.
Infine, una Fonderia Statica illustra al visitatore le fasi in cui si articola il metodo tradizionale di realizzazione della campana, dal modello in terracotta all’oggetto finito.

Altri oggetti d’arte – statue lignee sette-ottocentesche, bronzi, xilografie ed altro – completano il percorso di visita.